Una delle complicanze che maggiormente spaventa le pazienti che intendono sottoporsi a un intervento di mastoplastica additiva è la simmastia, nota anche come “effetto uniseno” o perdita del solco intermammario.
Nonostante insorga in casi molto rari è una delle complicanze legate alla mastoplastica additiva con inserimento di protesi.
Innanzitutto, va chiarito che la simmastia può essere congenita, quindi presente fin dalla nascita, ed è frequente nelle donne che hanno un seno particolarmente grande e sviluppato, con la parte mediale del seno molto unita e attaccata.
Questo tipo di simmastia è la più complicata da correggere proprio perché componente anatomica del corpo della paziente.
La simmastia, purtroppo, può essere una complicanza chirurgica.
Questa complicanza a volte insorge per la volontà di medici magari meno esperti di accontentare le richieste delle pazienti, che sovente pensano che il seno più bello sia quello con uno spazio estremamente ridotto tra le mammelle. Il chirurgo quindi va a forzare uno scollamento più spinto della parte mediale, andando a creare una complicanza.
Altre volte la causa della simmastia è l’improprio posizionamento delle protesi mammarie, con la creazione di tasche chirurgiche così vicine alla linea mediana del torace da compromettere l’integrità del tessuto connettivo sopra lo sterno.
Le simmastie, inoltre, possono essere lievi o severe e spesso le simmastie severe comportano una completa unione delle due mammelle e un completo distacco della cute sulla parte sternale, portando problematiche funzionali delle mammelle oltre che estetiche.
L’intervento di correzione della simmastia non è un intervento facile da eseguire, anzi può essere molto complesso perché va eseguita una vera e propria ricostruzione di quello che è la linea sul piano sternale fra le due mammelle.
Nei casi di maggiore severità, oltre ai normali e semplici punti di sutura, è necessario utilizzare delle reti come il GalaFlex (realizzata in P4HB e nota come poli-4-idrossibutirrato) o reti biologiche, che permettono di ricreare la forma naturale della mammella per andare poi a correggere la simmastia.
Va detto che la simmastia, soprattutto se è molto severa, può andare incontro al rischio di recidiva.
La possibilità è abbastanza rara ma può comunque succedere proprio perché il distaccamento completo sul piano sternale in alcuni casi è molto difficile da correggere, specialmente nelle pazienti che vogliono un seno particolarmente grande.
Una delle domande che mi viene fatta con più frequenza dalle pazienti che vogliono correggere la simmastia è se possono inserire delle protesi più grandi.
Paradossalmente, anche se il desiderio della paziente è quello di aumentare il volume del seno e mettere delle protesi più grandi, aumentare la trazione su quel piano sternale che ormai è di fatto distaccato rende ancora più difficile quella che è la risoluzione della simmastia.
I punti e/o la rete che vengono inseriti per la correzione di questa complicanza, infatti, con una protesi più grande sarebbero sottoposti a una trazione maggiore, aumentando il rischio di una successiva recidiva.
In seni estremamente grandi e voluminosi, al fine di correggere la simmastia, alla ricostruzione della linea mediana del piano sternale spesso è necessario ridurre il volume del seno e abbinare una mastopessi.
Solitamente, nella correzione della simmastia, si utilizza la cicatrice del precedente intervento di mastoplastica additiva.
Chiaramente, in caso di riduzione del volume di mammelle particolarmente grandi, la cicatrice sarà diversa perché alla correzione verrà abbinata una mastopessi.
La durata dell’intervento è variabile in base alle condizioni di partenza del paziente e alla complessità della simmastia.
In caso di necessità di inserimento di reti, può durare oltre le due ore.
L’intervento avviene in anestesia generale con una notte di ricovero in clinica.
Prima di sottoporsi a una mastoplastica additiva è fondamentale affidarsi a un chirurgo plastico, ricostruttivo ed estetico competente e preparato, in grado di valutare la fattibilità dell’intervento alla luce delle richieste della paziente.
Il rischio di simmastia è ridotto quando la paziente insieme al chirurgo scelgono una dimensione del seno e uno spazio tra le mammelle adeguati alle caratteristiche anatomiche della donna.
Per avere maggiori informazioni sull’intervento di correzione della simmastia e i suoi costi,
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